Amore e fedeltà. Infedeltà e amore. La logorante incertezza di un rapporto che si vorrebbe invariato negli anni. Il desiderio di una storia che possa continuare a rinnovare le emozioni degli inizi, e la consapevolezza della sua impossibilità. Il cinismo di chi crede nella periodicità degli amori. Il romanticismo inutile di chi si ostina a tenere in vita una relazione che ha perduto da tempo la freschezza originaria. In questo suo lucido romanzo dalla trama mirabilmente orchestrata, Walter G. Pozzi fa un’analisi a tutto tondo dell’infedeltà, scandagliando i più svariati e variabili atteggiamenti di chi ama, o crede di amare. Mano a mano che procede nella sua narrazione, Pozzi agita le acque, le rende sempre più torbide, fino ad annullare totalmente la trasparenza di coloro che considerano il rapporto a due come un monolito inscalfibile. Ed è così che i ruoli si ribaltano, inaspettatamente, spontaneamente, contro ogni rigido principio che nella realtà non trova mai una facile applicazione. Nel suo romanzo Walter Pozzi non dà spazio a risposte o a dimostrazioni; per lui l’unica tesi di qualche respiro è quella che avvalora l’ambiguità, della vita e dell’amore. E poi la lezione di Zenone, per cui Achille non raggiungerà mai la tartaruga. L’infedeltà è il romanzo di chi almeno una volta nel corso della sua esistenza si è chiesto se sia possibile amare una sola persona. E dunque è il romanzo di tutti. Leggi
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Rassegna stampa La Repubblica veneta È possibile amare per sempre? Tenere stretto
al cuore quel sentimento che nessuno riesce a descrivere, che spezza
le parole e blocca i pensieri? E soprattutto, è giusto chiamare
amore una passione che, per la maggior parte dei casi, ha la stessa
forza e velocità nel passare di una stella cometa? Il passato è la chiave che aiuta a svelare
il presente, il punto critico in cui la loro vita, se da una parte si
è arenata, dall’altra corre impetuosa verso una risposta
che non si riesce a trovare. Certo che il presente è la somma
non solo del passato, ma anche delle aspettative che il futuro crea.
Così Marzio si chiede come sarà il suo domani con Chiara,
se ci sarà, e se varrà la pena viverlo. Norma che vorrebbe
creare una famiglia con David, si trova di fronte ad un uomo che nella
determinazione delle cose vede solo un giogo dal quale è impossibile
scappare. La Piazza (Rovigo) Il libro di Pozzi, ha inizio con un viaggio, metafora
della vita, ma è proprio di vita che si parla all’interno
del romanzo: l’infedeltà è indagata non solo a livello
di coppia, ma anche all’interno dell’intimo rapporto con
il nostro io. In un coacervo di comportamenti, imposti o voluti, la
nostra sfida rimane la ricerca della vera identità, ritorno all’autenticità. Pickwick.it Come ogni proverbio che si rispetti, quello che confucianamente
regola i comportamenti da tenere con le coppie di coniugi, è
perentorio e inappellabile oltreché minaccioso: tra moglie e
marito non mettere il dito! Walter G. Pozzi, insensibile all’arcinoto
adagio, nel suo romanzo fresco di stampa L’infedeltà,
tra moglie e marito oltre che il dito c’infila una serie di dubbi,
di angosce, persino di cattiverie, per poi mettersi tranquillamente
in un angolo a spiare, non visto, i suoi personaggi muoversi registrandone
semplicemente i comportamenti. Dopo il bel romanzo d’esordio Il corpo e
l’abbandono del ‘97, Walter G. Pozzi ci presenta il
suo nuovo lavoro, un’opera senza dubbio più matura, che
denota la naturale crescita dell’artista a livello di capacità
espressiva e di tecnica narrativa (curiosa l’immagine che dà
l’avvio al romanzo, dove uno dei quattro protagonisti scruta,
spia lo scrittore mentre scrive di lui, assistendo così alla
sua nascita letteraria, al suo personale parto per opera della madre/autore). Un esempio per tutti: "È incredibile come le caratteristiche che all’inizio ci legano a una persona finiscano per diventare un trito motivo di disaccordo. [...] Il dolce di prima diventa l’appiccicoso di adesso e la piacevole gelosia iniziale diviene una possessività inaccettabile e invadente". Se i personaggi del libro fossero rappresentati come prototipi degli amanti del nostro tempo, il romanzo sarebbe altamente destabilizzante per la sua carica di negatività; in realtà l’autore, usando la penna come una lama tagliente seziona il cadavere di due amori, non degli amori in generale, ma di due particolari amori. Alla fine però, come l’uscita di sicurezza indicata da Silone, appare l’elemento salvifico racchiuso in un semplicissimo, rigenerante gesto di tenerezza. "Quindi abbassa gli occhi e solamente adesso realizza l’importanza della stretta di mano che li ha uniti poco prima nell’auto. Mentalmente asseconda di nuovo quel contatto, pensando che quella, e solamente quella - e dio, forse non è poco - è l’unica certezza che da oggi in poi potrà permettersi. Quella, e niente più. Tutte le altre sono solo cose inevitabili". Radio City Vicenza Due sorelle, Chiara e Norma, vivono le loro relazioni d’amore in maniera totalmente opposta, al fianco dei compagni Marzio e David. La prima è inserita in un ménage all’apparenza comune e rassicurante, suggellato da una unione ufficialmente riconosciuta, la seconda e più giovane donna, invece, si consuma in un rapporto squilibrato, all’interno del quale ha la sensazione di dare molto e di ricevere poco in cambio, almeno secondo i parametri da lei stessa costruiti. Partendo da queste premesse, Walter G. Pozzi racconta in L’infedeltà una storia di sentimenti e di emozioni intense che percorrono l’arco lungo di una vita, attraversata da eventi ora banali, ora pregnanti, un po’ come lo sono tutte le altre vite. Ma lo fa, e qui risiede il suo grande pregio, con una prosa leggera, e al tempo stesso con la lucida analisi di un maestro. La storia di Chiara, Norma, Marzio e David è
in realtà una storia comune, non ha nulla di straordinario o
di speciale, ma a renderla degna di nota sono gli innegabili meriti
del romanzo, la capacità di analisi introspettiva che lo pervade,
i sottili equilibri, le grandi domande sulla solitudine, sulle illusioni
e disillusioni, sui tradimenti e le menzogne, sul gioco delle maschere
che tutti, indistintamente, indossiamo, quasi fossero una naturale appendice
del nostro essere. È possibile la felicità a questo mondo,
e ancor più in un rapporto a due, oppure è soltanto un
sogno venduto al supermarket della vita, preconfezionato da noi stessi
per autocompiacimento? E che cos’è l’identità,
la nostra come quella delle persone che ci vivono accanto, è
quello che noi crediamo, o vogliamo vedere, o piuttosto soltanto una
facciata ingannatrice, che cela un lato d’ombra che nessun altro
potrà mai conoscere? E la fedeltà è, nel linguaggio
dei benpensanti, una questione di maturità e di responsabilità,
oppure è solo la paura di abbandonarsi al fascino dell’ignoto
e del nuovo che immancabilmente, prima o poi, incrociamo nel nostro
cammino? La Repubblica Marzio e Chiara, David e Norma. Due coppie, una di vecchia data, regolare, l’altra giovane e scompigliata. Risultato: l’infedeltà. Ma con i tradimento coniugali ha poco a che fare questo romanzo sull’amore nel Duemila. In gioco è piuttosto la fedeltà con se stessi, con i propri ideali che inevitabilmente si scontrano con la routine della vita a due. Il narratore è invadente e onnipresente, ma sorretto da un registro linguistico denso, mai sciatto. E sembra ricordare a ogni pagina: l’unica regola da accettare è l’ambiguità. Il Giorno In 259 pagine sono raccontati in maniera lucida e tagliente i temi dell’infedeltà e dell’intreccio amoroso. Una storia fiorita e cullata dal dondolio del treno e dall’inevitabile congelamento del tempo, dove Marzio, uomo ligio alle regole ma debole di carattere, interroga il suo io sui cambiamenti del corpo e dello spirito. La splendida moglie, Chiara, invece resta in rigoroso silenzio, essendo a conoscenza del fatto che è lei la causa del travaglio del marito. Intanto Norma, sorella di Chiara, e David, il suo amante, si scontrano con altri insormontabili problemi: lei nella ricerca ossessionata di un amore convenzionale, lui contro le leggi prestabilite dalla società, inaccettabili a suo modo di vedere. E tutto nasce intorno all’infedeltà vista sotto due punti diversi: quella del corpo e della mente. Il finale del libro si rivela inaspettato. Il Resto del Carlino Un tessuto doloroso e complesso composto dalle storie di due (tre) coppie dannate dal desiderio di stabilità, di certezze e al tempo stesso tentate dalla fuga, dal tradimento, dal non esserci. Pozzi si immerge con il suo importante bagaglio culturale nell’analisi dell’amore con tutte le trappole psicologiche e filosofiche che questo tende, rintracciando nel gomitolo un filo che serve a tessere la trama: la vicenda di Marzio e Chiara intrecciata a quella della sorella di Chiara, Norma, e del suo uomo David. Passione, affetto, ma anche segreti che alloggiano nel profondo e possono essere portati alla luce solo da eventi traumatici. O dall’immaginazione. |
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